sabato 28 febbraio 2009

Facebook/2: mixer relazionale


Lo confesso. Sono certamente io, ma da internauta di lunga data ammetto che Facebook continua a mettermi a disagio.
Su Facebook ho quattro tipi di amici (su Facebook, amici sono le persone con cui dichiaro di voler essere in relazione, in contatto): persone che conosco molto bene, membri della Comunità, con cui condivido tanti aspetti della mia vita, con cui ho confidenza, dialogo; alcuni più giovani, membri dei nostri gruppi, che mi conoscono bene; alcuni vecchi compagni di classe, che non rivedevo da anni, con cui ho scambiato un primo contatto rimandandoci ad una futuribile rimpatriata; dei parenti, molto cari ma fisicamente lontani, che adesso posso tenere quasi a contatto di dita.
Ora, ciò che mi mette a disagio è che non è detto che mi faccia piacere che tutti possano vedere tutto di ciò che posso immettere su Facebook; contemporaneamente, mi rendo conto (perchè mi viene anche notificato, per posta!) di poter partecipare di tanti aspetti della vita di tutte queste persone, anche aspetti che non conoscevo e che, in qualche caso, vorrei avere il pudore di non vedere, di non conoscere ad ogni costo.
Sarò io, ripeto, sarà che sono grande ed ho un passato più lungo ed un presente più ampio del mio futuro, in cui tanti mondi si intrecciano in modo impredicibile, in cui devo fare i conti con i miei scheletri nell'armadio, la mia poca trasparenza...
Credo che Facebook mi dica molto delle nuove generazioni e di come ciò che per me è fonte di disagio, per loro è motivo di entusiasmo.
Mi auguro che esserci mi aiuti a comprendere. E anche un pò a comprendere loro.

4 commenti:

  1. Non mi iscriverei su Facebook per una ragione. Perché dovrei essere in contatto con persone (specie ex-compagni di classe) da cui i casi della vita e il disinteresse a continuare i rapporti mi hanno separato? Solo per la curiosità di vedere che faccia hanno dopo vent'anni? Un po' pochetto mi pare.

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  2. @Gianluca:
    Grazie, innanzitutto, per averci dedicato il tuo tempo e la tua attenzione.
    Facebook non ha bisogno della mia pubblicità per fare iscrivere altri utenti oltre ai milioni che già lo sono. Il senso del post era riflettere sugli schemi relazionali e sul senso della propria identità nel mondo virtuale in cui siamo inseriti.
    Sul merito del tuo commento, Facebook nasce proprio attorno all'idea di far reincontrare i vecchi compagni. Ovvio che se uno non è minimamente interessato alla cosa potrebbe non trovare motivi per iscriversi. D'altra parte, Facebook è diventato molto di più, uno strumento per mantenere relazioni anche con persone che dal vivo si frequentano oppure separate dalla distanza, più che dal tempo.
    Infine, credo si possano portare nel cuore le persone a cui si è voluto bene in passato e desiderare di incontrarle ancora, anche se solo via web. Ti pare?

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  3. A me questo facebook sa troppo di... esibizionismo esasperato e specularmente mi pare inneschi una curiosità ossessiva. Scusate la franchezza. Sarà che anch'io sono "poco trasparente"...
    Boh, chi lo sa!

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  4. La cosa che mi crea più difficoltà di questi social network è l'inflazione del termine "amico". L'altro giorno il signor Facebook si è complimentato con me perchè ero diventato amico di una persona che è una mia carissima amica da più di 20 anni! E mi ha chiesto se volevo diventare amico di qualcuno che non avevo mai visto prima e che era giunto al mio indirizzo attraverso non so quale catena di Sant'Antonio.
    Continuo a preferire gli incontri faccia a faccia, gli aici veri. Personalmente ritengo che questi siano strumenti utili per restare in contatto con coloro che è difficile incontrare, pericolosi perchè rischiano continuamente di far spostare la rete di relazioni sul piano virtuale.

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